Nonostante tutti i cittadini all’interno dell’impero Inca venissero considerati uguali, a guidarli era il Re, uomo considerato e venerato come semidio che aveva diritto ad una vita dedicata al lusso.
La famiglia reale
A rendere divino il Re era il suo DNA: il mantenimento del sangue reale era una priorità assoluta cosa che portava spesso a matrimoni tra fratelli e sorelle all’interno della famiglia reale.
Al sovrano era consentito avere diverse concubine e mogli rendendo così difficile la successione, spesso segnata da conflitti e lotte interne. La maggior parte delle decisione politiche e militari rimanevano in mano a sacerdoti, nobili e soldati che, nonostante ricoprissero cariche importanti, non avevano diritto a retribuzioni astronomiche come succedeva nella altre civiltà dell’epoca.
L’importanza della comunicazione
Gli Inca non avevano accesso alla tecnologia della ruota ma avevano comunque investito tempo e risorse nella costruzione di strade e ponti per collegare ogni angolo del proprio impero e rendere semplice la comunicazione tra i villaggi. Le strade inca ricoprivano ben 5.500 chilometri.
La religione e la scrittura
La scrittura Inca fu creata con l’obiettivo di essere adatta agli usi matematici. Le complesse transazioni di baratto erano registrate in importanti documenti compilati utilizzando i quipu, speciali corde colorate sulle quali venivano apposti nodi per rappresentare statistiche e numeri.