Archivio per Categoria Storia Inca

DiMagnus

Inca, divinità del Re, cultura e religione

Nonostante tutti i cittadini all’interno dell’impero Inca venissero considerati uguali, a guidarli era il Re, uomo considerato e venerato come semidio che aveva diritto ad una vita dedicata al lusso.

La famiglia reale

A rendere divino il Re era il suo DNA: il mantenimento del sangue reale era una priorità assoluta cosa che portava spesso a matrimoni tra fratelli e sorelle all’interno della famiglia reale.

Al sovrano era consentito avere diverse concubine e mogli rendendo così difficile la successione, spesso segnata da conflitti e lotte interne. La maggior parte delle decisione politiche e militari rimanevano in mano a sacerdoti, nobili e soldati che, nonostante ricoprissero cariche importanti, non avevano diritto a retribuzioni astronomiche come succedeva nella altre civiltà dell’epoca.

L’importanza della comunicazione

Gli Inca non avevano accesso alla tecnologia della ruota ma avevano comunque investito tempo e risorse nella costruzione di strade e ponti per collegare ogni angolo del proprio impero e rendere semplice la comunicazione tra i villaggi. Le strade inca ricoprivano ben 5.500 chilometri.

La religione e la scrittura

La scrittura Inca fu creata con l’obiettivo di essere adatta agli usi matematici. Le complesse transazioni di baratto erano registrate in importanti documenti compilati utilizzando i quipu, speciali corde colorate sulle quali venivano apposti nodi per rappresentare statistiche e numeri.

DiMagnus

Le origini degli Inca

L’impero Inca, contemporaneo dei vicini Maya e Aztechi, sorse nel XIII secolo e mantenne a lungo il controllo su parte del territorio sudamericano che oggi comprende Bolivia e Perù.

La nascita dell’impero Inca

Le tribù native delle regioni costiere del Perù iniziarono lentamente a sfruttare le risorse del territorio coltivando la terra e sfruttando gli ampi pascoli. Nacquero così le prime piccole città sparse lungo i larghi fiumi navigabili della zona che nel tempo si spinsero fino alla base della catena montuosa della Ande.

La forza degli Inca fu quella di trasformare il duro e impervio territorio alpino in un paradiso abitabile e coltivabile modificando a piacimento le pareti rocciose, cambiando il corso dei ruscelli e costruendo terrapieni per l’agricoltura.

L’ingegnosità degli Inca li spinse ad espandersi rapidamente e costruire un vero impero dominato dalla capitale Cuzco, popolosa città ricca di meraviglie architettoniche.

Unione sociale

Una delle ragioni per cui l’impero Inca riuscì a crescere rimanendo unità sta nel senso di appartenenza e aiuto reciproco presente nella popolazione: nonostante tutte le città fossero più o meno indipendenti, tutti i cittadini dell’impero erano pronti ad aiutarsi tra loro e cooperare onestamente con gli altri villaggi sia a livello economico che per la costruzione di strade, edifici governativi e per il bene comune.

Nella cultura Inca non esisteva la proprietà privata e non era diffuso l’uso di monete. I terreni coltivabili venivano distribuiti equamente in base al lavoro svolto e alla proprio produttività.

Quasi tutta l’economia Inca si basava ancora sul baratto e sullo scambio di forza lavoro.