Gli interventi di ricostruzione di parti del corpo compromesse a seguito di infortuni, così come anche il desiderio di apparire più belli, è antico quasi come la civiltà dell’uomo. Certo, per poter parlare di chirurgia plastica vera e propria, bisogna aspettare il XX secolo, quando i progressi della ricerca scientifica hanno permesso di arrivare a poter offrire ai pazienti operazioni sicure e risultati soddisfacenti. Un esempio di eccellenza degli ultimi anni, ad esempio, è rappresentato da https://motiva.health/it/, che produce protesi per il seno e per il sedere in silicone di altissima qualità.
La civiltà egizia e indiana
Un papiro testimonia che, già 3000 anni fa, gli antichi esperti di medicina egizia tentavano di ricostruire parti del volto. Per quanto riguarda la civiltà indiana, ci sono testi del IV secolo a.C. che raccontano di come i trapianti di pelle venissero già effettuati, soprattutto per la ricostruzione del naso che, a causa delle leggi in vigore, veniva amputato come parte della pena inflitta ai trasgressori.
La Grecia e Roma
Il grande condottiero Alessandro Magno, a seguito delle sue campagne di conquista, venne in contatto con le civiltà orientali e, di conseguenza, dai loro progressi in campo scientifico comprese le tecniche di ricostruzione. Dall’Ellade, il passaggio a Roma fu inevitabile. Nell’antica Roma venivano amputate parti del corpo ai nemici (anche politici) e i chirurghi dell’epoca già riuscivano a offrire una soluzione ai malcapitati per mezzo di abili (per i tempi) interventi che, pur lasciando importanti cicatrici, contribuivano a risolvere parzialmente il problema. Anche la correzione del labbro leporino era piuttosto diffusa.
La civiltà turca
Dopo gli Arabi, anche i Turchi diedero il loro apporto a questo settore della medicina. Sono proprio loro che “inventarono” alcune tecniche per la riduzione del seno, che, per quanto riguarda solo i principi generali, possono essere ancora considerate valide. Inoltre, i turchi erano già esperti anche della parziale ricostruzione delle ossa malformate del volto.
La “scuola” italiana e quella inglese
Nel XV secolo, la professione del cerusico era appannaggio dei barbieri, che si tramandavano il mestiere di padre in figlio. Di questo periodo storico, sono note le operazioni di rinoplastica e addirittura i primi interventi di trapianto. In Inghilterra, più di due secoli dopo, arrivarono le tecniche della medicina indiana, che vennero ulteriormente sviluppate con successo, spesso per ovviare a mutilazioni di guerra.
La chirurgia moderna
Gli anni successivi alle due Guerre Mondiali furono di grande impulso al perfezionamento delle tecniche di trapianto e ricostruzione. Con i progressi nel campo della riduzione di infezioni e dell’anestesia, si arriva ai primi interventi migliorativi, tra cui la mastoplastica additiva, che in principio era realizzata in diversi materiali, nessuno dei quali garantiva risultati duraturi o naturali. Negli anni Sessanta, furono finalmente prodotte le prime protesi in silicone.
Proprio in questi ultimi anni, l’azienda https://motiva.health/it/ ha introdotto le sue protesi ergonomiche, che si adattano non solo alle proporzioni del corpo, ma anche ai movimenti. Il risultato di questi interventi rappresenta, in un certo senso, il punto di arrivo di questa “storia medica” di origini antichissime.